lunedì 28 febbraio 2011

Chi era William Shakespeare?

Chi era William Shakespeare? Ritengo inutile propinarvi la classica biografia tratta da Wikipedia. Vorrei, però, affrontare un mistero che forse non tutti conoscono. Il celeberrimo drammaturgo inglese, potrebbe essere, in realtà italiano. Di Messina, precisamente.
Questo è quanto sostenuto dal Prof. Martino Iuvara, docente in pensione, secondo il quale Shakespeare sarebbe nato a Messina con il nome di Michelangelo Florio Crollalanza e sarebbe giunto a Londra a causa dell'Inquisizione (Messina era sotto il dominio spagnolo e la famiglia Crollalanza era fervente calvinista).
Arrivato in Inghilterra, nella cittadina di Stratford-Upon-Avon avrebbe trasformato quindi il suo nome da Michelangelo Florio Crollalanza, nel suo equivalente inglese. Perciò, tradotto letteralmente Shake= Scrollare; Speare= Lancia, mentre il nome William lo avrebbe preso da un suo cugino da parte di madre, morto prematuramente a Stratford-Upon-Avon cittadina dove già da tempo vivevano alcuni suoi cugini. Un'altra ipotesi è invece quella secondo cui  il drammaturgo non avrebbe fatto altro che trasformare al maschile il nome e cognome della madre Guglielma Crollalanza nell'esatta traduzione inglese, ovvero: William Shakespeare. Appassionante vero? Questo spiegherebbe innanzitutto la costante presenza dell'Italia nelle sue opere e "riempirebbe" gli anni perduti, cioè alcuni anni di cui non si sa nulla della vita di Shakespeare.
Un'altra strana coincidenza che collegherebbe le due biografie è una triste vicenda amorosa. Vi dice niente Giulietta?
Il giovane Michelangelo Florio, durante un viaggio, si innamorò di una contessina di Milano, Giulietta. L'amore tra i due era fortemente ostacolato dalle due famiglie e sembra che la ragazza, di appena 16 anni, per questo motivo si sia suicidata..
Inoltre  fra le opere di Crollalanza ne troviamo una scritta in messinese dal titolo "Troppu trafficu pì nnenti" che potrebbe essere l’originale di "Troppo rumore per nulla" di Shakespeare ambientata a Messina. 

Fuggendo con la famiglia per via delle persecuzioni, Crollalanza, si trovò a vivere per un certo periodo a Venezia, dove il giovane drammaturgo giunse a conoscenza di una oscura vicenda. Pare che un uomo, un moro, avesse ucciso per gelosia la propria moglie. "Otello" vi dice nulla?
Tutto questo è davvero interessante non trovate? Questa teoria risolverebbe molte questioni lasciate in sospeso dalla biografia ufficiale, come l'insipegabile cultura di Shakespeare, il quale "ufficialmemte"sarebbe nato da un umile artigiano analfaneta, come avrebbe fatto il giovane a possedere la grande cultura che invece dimostra di avere nelle sue opere? Questo interrogativo, invece sarebbe risolto dai natali italiani. (Giovanni Florio Crollalanza era un medico e sua moglie una nobildonna probabilmente acculturata.)

Accettando questa ipotesi invece si aprono altri non meno misteriosi interrogativi. Come avrebbe fatto Crollalanza a scrivere opere, poi divenute così famose, in una lingua non sua? Secondo alcuni potrebbe essere stata la moglie inglese a tradurre le opere, ma ovviamente di tutto ciò non ci sono prove.
Alcuni studiosi, date le enormi lacune riguardanti la biografia del drammaturgo avrebbero ipotizzato che William Shakespeare fosse uno pseudonimo, dietro il quale si nascondevano altri autori.

Concludo alla Giacobbo di Voyager...con una domanda, alla luce di questi dati,  non così banale come sembrerebbe: "Chi era veramente Shekespeare?"


Fonti:  Ebbro è bello 
http://www.granmirci.it/shakespeare.htm

sabato 26 febbraio 2011

"C'è un cadavere in biblioteca" di Agatha Christie

Per la signora Bantry sembrerebbe una mattina come tante, un risveglio come tanti, se non fosse per un' inquietante e surreale affermazione di una sconvolta cameriera, che entra in camera da letto singhiozzando: "Signora, c'è un cadavere in biblioteca!"
Cosa ci faccia il corpo di una ragazza dai capelli biondo-platino, truccata e appariscente, con un abito da sera scintillante, nella vecchia. polverosa e trascurata biblioteca vittoriana dei coniugi Bantry è un mistero. Un mistero sconvolgente, ma allo stesso tempo eccitante per la padrona di casa che assieme alla polizia convoca l'anziana Miss Marple, che grazie alla sua naturale diffidenza nei confronti dell'animo umano, potrebbe essere un valido aiuto nella risoluzione dell'enigma.  
Cosa nasconde il giovane ed eccentrico vicino di casa dei Bantry? E Josie, la cugina della ragazza defunta? E cosa avrà a che fare il ritrovamento del corpo con l'omicidio di un' altra ragazza della zona? Il colpevole è un pazzo omicida o un freddo calcolatore che vuole salvaguardare i propri interessi? A questo e a mille altri interrogativi cercherà di rispondere l'acuta Miss Marple, che immediatamente inizia ad indagare...

venerdì 25 febbraio 2011

Pagare "alla romana"

Capita di andare a cena con amici e a fine pasto dire: "Bè? Paghiamo alla romana?" Cosa significa? In che senso pagare "alla romana"?

 "Pagare alla romana" è da considerarsi come: "ognuno paga per sè"
 Quindi, ciascuno dei commensali pagherà in base alla propria consumazione.

Però, in alcune zone d'Italia: "alla romana" indica il dividere la cifra da pagare, in parti uguali, senza considerare l'effettiva consumazione. Si usa infatti "pagare alla genovese" per indicare che ognuno paghi per sè.

Per saperne di più sono interessanti da consultare questi articoli dell'Accademia della Crusca.

domenica 20 febbraio 2011

"Poirot a Styles Court" di Agatha Christie

Il romanzo si svolge durante la Prima Guerra Mondiale. Il capitano Artur Hastings, in licenza, è stato ospitato a Styles Court, dietro invito del suo amico John Cavendish. Una notte, gli abitanti di Styles trovano la proprietaria della villa, nonché matrigna di John, Emily Inglethorp, moribonda a causa di un avvelenamento da stricnina. La donna, molto ricca e generosa era malvista nella villa a causa dei suoi modi autoritari. I sospetti degli ospiti cadono subito su Alfred Inglethorp, il giovane marito della signora, il cui matrimonio non era stato accettato dagli altri membri della famiglia. Il clima a Styles è teso e Hastings pensa, così, di rivolgersi al suo amico investigatore Hercule Poirot, rifugiatosi dal Belgio con alcuni connazionali in Inghilterra per sfuggire alla guerra, e residente nel villaggio vicino. Il celebre investigatore comincia ad indagare...

Si tratta del primo romanzo dell'autrice, scritto grazie alla spinta della sorella maggiore.
La stesura del romanzo fu terminata da Agatha Christie nel 1915. La scrittrice lo inviò a ben sei editori, ma senza successo. Proprio quando stava per arrendersi,nel 1920 l'editore londinese John Lane, cofondatore della casa editrice Bodley Head, decise di pubblicare il libro negli Stati Uniti.

L'opera ha avuto un indiscutibile successo ed è stata ristampata più volte. Per l'Italia ricordo le edizioni di Giallo Mondadori, Oscar Mondadori e I classici del giallo.

Inoltre dal romanzo è tratto un film: "Poirot a Styles Court" di Ross Devenish con David Suchet nel ruolo dell'investigatore belga.

 Fonte : Wikipedia

sabato 19 febbraio 2011

Roberto Vecchioni "Chiamami ancora amore" Sanremo 2011

Stasera ultima puntata di Sanremo 2011! Non prendetevela, miei lettori, ma Sanremo, la più importante kermesse musicale dell'anno, amata o odiata, è comunque un avvenimento che attira a sè l'attenzione mediatica. E io non non posso essere da meno!
Dato che, per questioni di copyright, non posso pubblicare il testo, ve la faccio ascoltare (il che forse è anche meglio). Di cosa sto parlando? Della bellissima canzone di Vecchioni, il cantante-professore!

Questo è il duetto di ieri sera, con la mitica PFM. Stupenda!

 

 
Aggiornamento:
 "Chiamami ancora amore" di Roberto Vecchioni, ha vinto la sessantunesima edizione del Festival di Sanremo 2011!

venerdì 18 febbraio 2011

Roberto Benigni a Sanremo 2011

In occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, propongo di guardare l'intervento di Benigni a Sanremo. L'attore commenta il testo dell'Inno d'Italia ripercorrendo eventi storici chiave del nostro Paese e ricordando valorosi personalità che hanno contribuito al bene della Nazione.




giovedì 17 febbraio 2011

Modi di dire: De gustibus non disputandum est

Quante volte ci siamo innamorati di qualcosa, per poi sentirci dire che quell'oggetto, in realtà, non è così bello come pensavamo?
Passeggiando in centro, vi sarà capitato di ammirare una borsa in finte piume di struzzo, per poi sentirvi dire dalla vostra amica: "Ma sei pazza?? 600 euro per quello schifo?!"
E' il caso di dire: "De gustibus non disputandum est", cioè: Sui gusti non c'è da discutere!

I gusti sono qualcosa di così soggettivo e personale che è inutile discutere su cosa piaccia e cosa no. Qualcosa che per noi è orribile, per un altro può essere bellissimo.

In realtà, il detto non deriverebbe dagli antichi romani (si attribuiva a Cicerone), ma è di derivazione Medievale. E' una frase rimasta nel parlare comune, in cui la forma più usata è quella abbreviata: "De gustibus..."
Dal punto di vista prettamente grammaticale, la frase è costituita da un DE + Abl (complemento di argomento) e una perifrastica passiva al gerundivo (che indica cosa c'è da farsi).
La traduzione letterale sarà: "Riguardo ai gusti non si deve discutere".

(Fonte: Wikipedia)

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mercoledì 16 febbraio 2011

"Le relazioni pericolose" di Laclos

"Le relazioni pericolose" è un romanzo epistolare francese. Si tratta di lettere attraverso le quali possiamo seguire gli intrecci amorosi dei protagonisti.

Trama: 
Il visconte di Valmont, è un cinico seduttore, ha deciso di conquistare la castissima e fedele Madame de Tourvel. Confida il suo progetto alla marchesa de Merteuil, sua ex amante e amica. Sarà lei a guidare a distanza gli intrecci amorosi di Valmont. Consigliando innanzitutto di conquistare la timida Cécile de Volanges, appena uscita di convento e promessa sposa di un uomo di cui la marchesa si vuole vendicare. L'obiettivo è disonorare la ragazza, affinchè l'uomo la trovi già "matura" dopo il matrimonio.
Cécile si innamora invece, del giovane Danceny, ma Valmont riesce a sedurla ponendosi come intermediario tra lei ed il giovane, riuscendo addirittura a possederla fisicamente facendole fare cose che le "amanti di professione si vergognerebbero solo a dire".

La trama prosegue con le avventure amorose dei personaggi, i tentativi di Valmont di conquistare la restìa Madame de Tourvel e gli intrighi intessuti dalla crudele marchesa de Merteuil.

Non vi dico di più per non rovinarvi la lettura! Si tratta di un romanzo davvero interessante, che rappresenta gli intrighi tipici dei salotti francesi. Il tessuto della trama è interessantissimo, unica pecca è lo stile epistolare, forse un po' prolisso. Alcune lettere sono ripetitive e danno luogo ad  un "botta e risposta" a volte inutile al fine della trama. A parte questo è un romanzo interessante, non pesante, ma neanche scorrevole. Lo consiglio a chi ama i romanzi francesi, gli intrighi di corte e gli intrecci amorosi.

Inoltre ricordo il film del 1988, "Le relazioni pericolose" tratto dal romanzo, con  i giovanissimi Uma Thurman e Keanu Reeves, la bravissima Glenn Close, e il famoso Johon Malkovich. Consigliatissimo! Conserva l'atmosfera cinica del romanzo, senza la pesantezza dello stile epistolare. Da vedere!

Fonte: Wikipedia

martedì 15 febbraio 2011

Le bugie, ovvero la comunicazione menzognera

Quanti di noi non hanno mai detto una bugia alzino la mano! Avanti, dite la verità, altrimenti vi si allunga il naso come il bugiardo per eccellenza, Pinocchio!
Capita a tutti dire una bugia, spesso sono bugie a fin di bene: "Oh ma che bel vestito" (Sembri una meringa, ma se te lo dico ti offendi) o menzogne fatte per gettare fango su qualcuno (e questo NON si fa!) o per uscire da situazioni imbarazzanti, "Ehm, no stasera non posso uscire con te, ho l'appuntamento dal veterinario, il canarino non sta bene." (Di sabato sera? Attenzione a non fare gaffe!).
Ma cosa sono le bugie dal punto di vista della comunicazione?

La comunicazione menzognera costuisce una forma significativa di discomunicazione ed è stata oggetto di numerosi studi.

Studi sul campo: rivelazioni di "bugie" e inganni nella vita quotidiana.
Studi sperimentali in laboratorio: analisi sistematica dell'agire menzognero.

Le caratteristiche della comunicazione menzognera:
 -la falsità di quanto detto
-la consapevolezza della falsità
- l'intenzione di ingannare

E' diversa sia dal semplice errore, chi dice qualcosa di falso credendo sia vero non vuole ingannare, sia dalla finzione ( lo scherzo, la barzelletta, la parodia), il cui obiettivo è l'intrattenimento e lo smascheramento della finzione, l'interlocutore è consapevole del fatto che si tratti di qualcosa di non vero o di esagerato.

La menzogna è un atto comunicativo consapevole di ingannare un altro che non è consapevole e non vuole essere ingannato.

Esistono varie forme di menzogna:
-le menzogne preparate (per evitare una punizione)
Es: " Non ho svolto i compiti per oggi. Dirò alla maestra di averli fatti, ma di averli persi nel pullman"

-le menzogne impreparate
Es: "Esci con me stasera?"
     "Mmm non saprei...ho l'appuntamento dal dentista..."

-le bugie pedagogiche (per rassicurare il bambino)
"L'orsacchiotto era tanto vecchio, è andato in un posto bellissimo a riposare e a divertirsi" (E'stato gettato via)

-le bugie innocenti (di buona educazione)
Es: "Che bel taglio di capelli!" (E'orrendo, sembri un ananas, ma non posso dirtelo)

Inoltre c'è una sottocategoria partcolare: l'omissione. Quando si evita di dire qualcosa, si omettono dei particolari.

Qualche piccola bugia detta a fin di bene non fa male a nessuno...ma attenzione, hanno le gambe corte!


(Foto: Wikimedia Commons)

lunedì 14 febbraio 2011

Modi di dire: abbiamo fatto, 30 facciamo 31

"Abbiamo fatto 30, facciamo 31" è un modo di dire abbastanza comune. Lo usiamo quando al termine di un lavoro, ci viene richiesto, o ci rendiamo conto, che dovremmo fare un piccolo ulteriore sforzo.

E' una frase che viene attribuita storicamente a Papa Leone X che nel 1517 doveva nominare alcuni nuovi cardinali. Con grande lavoro, arrivò a stilare la lista finale, arrivando a ben 30 nomi, già un numero consistente. Alla fine, però, si accorse di non aver aggiunto un prelato di grandi meriti e fama, non potendo escludere nessun cardinale, aggiunse il nome all'elenco, pronunciando le celebri parole: " Abbiamo fatto 30, facciamo 31!"

Esempio: la prof ci ha assegnato una pagina enorme di equazioni, e noi con grande lavoro (e sicuramente grande gioia!) riusciamo a svolgerle. Poi ci telefona un amico e ci avverte che ne dovremmo fare poche altre per terminare il compito (sempre con grande gioia). Così con tanta pazienza facciamo questo piccolo, ulteriore sforzo.
Abbiamo fatto 30, facciamo 31!!

domenica 13 febbraio 2011

Le Garzantine : "Italiano" a cura di Luca Serianni

Le Garzantine: "Italiano" a cura di Luca Serianni, è un validissimo strumento per aiutarci nello studio della lingua italiana.
E' molto chiaro nell'esposizione, ma non aspettatevi un linguaggio da "scuola elementare", è pur sempre un manuale di tutto rispetto, che adotta un linguaggio chiaro, diretto, ma tecnico. La consultazione è molto semplice ed intuitiva. Lo consiglio a tutti coloro cerchino un buon testo su cui approfondire in modo chiaro, ma specializzato, la lingua italiana.  
L'opera è a cura di Luca Serianni, professore ordinario di "Storia della lingua italiana" all'Università la Sapienza di Roma.
E' socio dell' Accademia della Crusca e dell'Accademia dei Lincei ed è vicedirettore della Società Dante Alighieri.
Nel 2002 ha ottenuto la laurea honoris causa nell'Università di Valladolid.

Date uno sguardo al catalogo Feltrinelli, basta cliccare il banner rosso sulla colonna di destra!

sabato 12 febbraio 2011

Un o un' davanti a sostantivo che inizia per vocale

Uno degli errori più frequenti, ma anche più semplici da evitare è l'apostrofo usato con l'articolo indeterminativo un, davanti ad un sostantivo maschile che inizia per vocale.

Per non commettere questo errore basterebbe riflettere un po': quando il sostantivo che segue l'articolo è maschile, un è SENZA apostrofo, quando il sostantivo è femminile si aggiunge l'apostrofo.

Un armadio (maschile)
Un' amaca (femminile)
Un mostro (maschile)

Un' ammiratrice (femminile)  

Perché accade questo?

Perché l'articolo un esiste, non cade nessuna vocale, invece al femminile, l'articolo è UNA, ma davanti a vocale la a cade e sopraggiunge l'apostrofo.
Se abbiamo un dubbio dobbiamo pensare "il sostantivo è maschile o femminile?" Ricordandoci questo semplice ragionamento eviteremo l'errore.

venerdì 11 febbraio 2011

Adozioni a distanza...aiutiamo anche noi!

Questo è un blog letterario, riguarda la comunicazione, la cultura, l'educazione...Spesso da studenti ci lamentiamo di dover faticare sui libri, fare i compiti durante le vacaze o ci disperiamo se siamo in ritardo con il programma di studio di un esame (questo mi capita molto molto spesso!). Ma poi riflettendeci su, in cuor nostro sappiamo che lo studio è un'opportunità in più per trovare un buon posto di lavoro, fare carriera.

Bè, nel mondo ci sono bambini che non avranno mai questa possibilità, lavorano sin da piccini ed è già tanto se riescono a mangiare. Non possono studiare, non possono leggere un libro, perchè hanno ben altro a cui pensare...come riuscire sopravvivere per esempio! Mentre noi ci lamentiamo per sciocchezze , c' è gente nel mondo che soffre davvero. E noi cosa possiamo fare? Ovviamente non tutti sono portati a lasciare tutto e partire in prima persona, ma possiamo comunque contribuire. Aderendo a campagne di raccolta fondi o adottando un bambino a distanza. Noi possiamo fare qualche piccolo sacrificio no? Un mascara in meno, una crema meno costosa, un videogioco invece di due, un cellulare invece di 3 (qllo per la moglie, l'amante e il lavoro ehehe). Sono piccolissimi sacrifici che scioccamente potrebbero anche pesarci, ma pensiamo a chi non può fare a meno di cose basilari come una casa, cibo e medicine e invece si trova COSTRETTO A FARLO!

Ci sono vari programmi per sostenere questo tipo di progetti e le adozioni a distanza, potreste chiedere al vostro sacerdote, in parrocchia, alle varie associazioni (AC, Scout) se hanno contatti con programmi AFFIDABILI oppure potreste affidarvi ad Action Aid, di cui trovate il banner in alto a destra.   

ActionAid è un'organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alle cause della povertà. ActionAid basa il suo lavoro sul rispetto dei diritti e agisce insieme alle popolazioni e le comunità più emarginate attraverso programmi di sviluppo a lungo termine in Asia, Africa e America Latina.Se sei interessato entra nel sito, puoi accedere facilmente entrando dal banner Action Aid in alto a destra.

Oppure un altro progetto interessante è l'Apurimac il link del sito è QUESTO
Dal 1992 l'APURIMAC onlus sostiene i padri e le suore missionarie nei progetti che insieme portano avanti: Case del Niño per l’infanzia abbandonata, dispensari medici per garantire ovunque Assistenza sanitaria, Centri di formazione per i giovani e mense per i poveri.

Che aspettate! Cliccate nel banner ACTIONAID in alto a destra oppure sul sito APURIMAC! 

giovedì 10 febbraio 2011

Alle calende greche...

"Per favore pulisci la tua stanza! Butta un po' di vecchie cose! Quando metterai in ordine? Alle calende greche?"

"Quando sarà pronto questo lavoro? Non dirmi alle calende greche!"

Quante volte abbiamo rivolto o ci siamo sentiti rivolgere questa gentile frase? ALLE CALENDE GRECHE!
Cosa significa? Da cosa deriva?
Storicamente si pensa che derivi da Svetonio che ne faceva un uso frequente per indicare quelle persone che non avevano la minima intenzione di pagare un debito.
Il significato di "mai" deriva dal fatto che le "kalendae"(una sorta di unità di misura temporale, indicava il primo giorno di ogni mese)  esistevano solo nel calendario romano e non in quello greco. Quindi dire "ti pagherò alle calende greche" (che non esistono) indica il dare una scadenza inestistente!
In parole povere è un modo erudito per dire "mai"!

"Quando ti deciderai a lavare in camera tuaaaa?"
"Alle calende greche! Mammaaa!"


Fonte: Wikipedia

mercoledì 9 febbraio 2011

"Io sono Dio" di G. Faletti

 

Giorgio Faletti. il famoso cabarettista di Drive In (come dimenticare il mitico Vito Catozzo) continua dimostrarsi  una vera rivelazione nella sua attività di scrittore. Lo seguo dal suo primo romanzo thriller :"Io uccido", che solo in Italia ha pubblicato ben 4 milioni di copie!

Oggi vi propongo: "Io sono Dio", il penultimo lavoro di questo incredibile autore.

Un crudele serial killer tiene in scacco la città di New York. Riusciranno una giovane detective dallo sguardo duro e un fotoreporter, più noto per le sue malefatte, che per la sua attività di fotografo, a fermare  questo psicopatico, che minaccia migliaia di vite? Un serial killer la cui disperazione trae le radici da uno dei più tragici episodi della storia americana. Un killer che afferma addirittura di "essere Dio".

E' un thriller che vi terrà con il fiato sospeso fino all'ultima pagina! Quando vi sembrerà di esservi fatti un'idea, ecco un colpo di scena che manderà per aria ogni tipo di ipotesi, fino alla risoluzione finale dell'enigma.
Di Faletti ammiro la capacità di scrittura, è un linguaggio scorrevole, diretto, accompagnato da immagini poetiche davvero interessanti. Un romanzo letteralmente da divorare! Sicuramente l'autore, che ho apprezzato sin dal primo romanzo, sta "crescendo" nel suo modo di scrivere e di interpretare la vicenda.

Consigliatissimo, come tutti i libri di Faletti, agli amanti dei gialli e dei thriller. D'altra parte, i criminali di Faletti sono sempre più pazzi e psicopatici che mai ed è proprio questo a rendere interessanti e poco scontate le indagini dei due protagonisti. Protagonisti davvero profondi e ben caratterizzati, che oltre ad inseguire l'assassino, dovranno trovare soluzioni alle loro inquietudini interiori.

Di Giorgio Faletti ricordo altri titoli: "Niente di vero tranne gli occhi", "Fuori da un evidente destino", "Pochi inutili nascondigli" e  l'ultimo successo (che devo assolutamente comprare) "Appunti di un venditore di donne".
Tutti i titoli sono disponibili presso la libreria Feltrinelli, anche online. Occhio alle offerte davvero convenienti per i "mangiatori di libri" come me! Visita il sito entrando nel banner in alto a destra! 

martedì 8 febbraio 2011

L'italiano, questo sconosciuto!

Curiosando nell'immenso mare del Web, a dirla tutta, stavo cercando il mio blog su Virgilio, ma a quanto pare non sembra essere stato "indicizzato", ho trovato una serie di articoli allarmanti riguardanti l'ignoranza delle giovani generazioni. Ma siamo davvero così ignoranti e sgrammaticati? A quanto pare, sì.
Nell'articolo di Repubblica.it, che potrete trovare qui, si parla degli esami di ingresso alle facoltà a numero chiuso del 2009 e dei disastrosi risultati. Questo ha costretto alcuni atenei ad avviare corsi di grammatica e ripetizioni di lingua italiana.
Stessa situazione disastrosa che emerge in quest'altro articolo tratto da :laStampa.it .
Purtroppo posso solo confermare questi dati, io stessa ho letto in giro per internet blog in cui si affermavano frasi del genere: "Che bello sono entrato a ingenieria! Sarò un ingeniere!" O innamorate pseudo-poetesse che a conclusione di una commovente poesie d'autore concludevano con: "che romanticità!"
Con questo non voglio sembrare snob e superba, non voglio passare per la solita intellettualoide che si crede chi sa chi, anche a me spesso e volentieri scappano strafalcioni epici che però cerco di correggere anche con non poco imbarazzo!
Il guaio è che chi "non sa" chi "ignora" spesso è così sicuro di sè che non ammetterà mai di aver sbagliato, non si porrà neanche il dubbio di aver scritto un'atrocità linguistica! E' questo il vero sbaglio, la troppa sicurezza in sè!  Se avete la fortuna di trovare piccoli corsi di grammatica consiglio vivamente di farci un salto, oppure basterebbe una lettura di un qualsiasi manuale di grammatica italiana delle scuole medie. Non approfondiamo questi argomenti con superiorità (seee vabbè mi sono laureato, vuoi che non sappia mettere due parole in fila!) ma con l'umiltà di chi vuole migliorare (proprio perchè sono laureato, se faccio un erroraccio sai che figura di escremento!).
E'bene però ricordare anche 20enni virtuosi delle lingua italiana, conosco addirittura 15enni grandi amanti della cultura. Non si tratta di nerd o di strani androidi travestiti da esseri umani, ma, persone normalissime, simpatiche e divertenti che nutrono grande passione per la cultura e che ammiro. Tutto qui.

lunedì 7 febbraio 2011

"I promessi sposi" di A. Manzoni

Vorrei parlarvi di un recente best seller intitolato "I promessi sposi" di un giovane scrittore esordiente: Alessandro Manzoni. Secondo me, farà strada e sentiremo ancora parlare di lui.

L'opera tratta di un amore ostacolato da un signorotto della zona e delle peripezie dei due innamorati per incontrarsi, dopo una forzata separazione. Ma preferisco siano le immagini a parlare. Godetevi questo simpaticissimo video:   
 

Bene, abbiamo scherzato abbastanza. "I promessi sposi" sono un' opera significativa, amata e odiata dagli studenti, ma che può essere considerata una pietra miliare della cultura italiana. Fu il primo esempio di romanzo storico della nostra letteratura, è un testo importantissimo della lingua italiana.
 La trama credo, sia nota a tutti, voglio ricordare, però, alcuni tra i più interessanti passaggi.
Come dimenticare il famoso "romanzo nel romanzo": l'oscura vicenda della monaca di Monza, costretta ad entrare in convento, ma colpevole non solo di aver violato il voto monacale di castità, ma addirittura di omicidio, oppure la conversione di Fra Cristoforo, che da ricco signorotto, a seguito di un duello che gli cambierà la vita, deciderà di convertirsi, fino ad arrivare ad un'altra conversione, quella dell'Innominato ad opera della dolce Lucia.
Pensiamo anche al frenetico capitolo "della notte dei sotterfugi" e del tentativo dei due innamorati di sposarsi " a sorpresa".
Del romanzo, oltre i protagonisti, continuano ad affascinare tutti i personaggi, dal pauroso Don Abbondio, alla cara Agnese, passando per Perpetua (il personaggio della governante del parroco ha ricosso così tanto successo che anche noi, oggi, chiamiamo "perpetue" le assistenti e le governanti dei nostri sacerdoti) sino al Griso e ai Bravi.

E' un'opera che non si può non conoscere, perciò, un con po' di pazienza...studiamola! Può darsi che riusciremo a trovarla anche interessante!
 

domenica 6 febbraio 2011

L'attivista Rosa Parks

Rosa Louise Parks (1913-2005)  è stata un'attivista statunitense afroamericana.
E' diventata una figura-simbolo del movimento per i diritti civili.
Rosa Parks è nota per un episodio che l'ha resa coraggiosa protagonista della lotta contro il razzismo nel confronti degli afroamericani.
 Accadde il 1° dicembre del 1955, a Montgomery. Rosa, che allora lavorava come sarta, stava rientrando a casa in autobus. Il mezzo era quasi del tutto occupato eccetto un unico posto a sedere nella parte riservata ai bianchi, stanca, decise di a sedersi lì.  Quando alcuni passeggeri bianchi salirono,  il conducente James Blake le ordinò di alzarsi e andare nella parte riservata ai neri. Rosa però si rifiutò stanca di essere trattata come una cittadina di seconda classe  Il conducente fermò così l'autobus, e chiamò due poliziotti per risolvere la questione: Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine.
Il giorno successivo, iniziò il boicottaggio degli autobus che durò fino a quando non fu resa incostituzionale la legge che rendeva lecita la segregazione sui pullman.

Martin Luther King scrisse sull'episodio descrivendolo come "l'espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà" "Rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future".

Il caso della signora Parks arrivò alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che decretò, incostituzionale la segregazione sui mezzi  pubblici dell'Alabama.
Da quel momento Rosa Parks divenne una figura emblematica per la lotta per i diritti civili e contro il razzismo.

Fonte: Rosa Parks- Wikipedia

sabato 5 febbraio 2011

In Italia un ragazzo di 15 anni su 5 è analfabeta

"In Italia un ragazzo di 15 anni su 5 è analfabeta. l'allarme dell'Ue"


Questo il frustrante titolo in prima pagina, apparso sul quotidiano gratuito City del 4/2/2011.
L'articolo fa riferimento ai risultati del test Ocse-Pisa 2010, esaminati a Bruxelles, in cui emerge il primato negativo dell'Italia dove il 21% dei ragazzi di 15 anni ottiene "scarsi risultati in lettura", sono cioè in grado di "svolgere soltanto esercizi di lettura meno complessi".  Il testo riporta le percentuali degli altri Paesi europei, fino ad arrivare ai dati della Finlandia in cui solo il 10% ha problemi nel leggere.
Purtroppo, prosegue l'articolo: "a far compagnia ai giovani asini, ci sono moltissimi adulti, privi delle capacità fondamentali di lettura e di scrittura, il che rende loro più ardua la ricerca di un lavoro e li pone a rischio di esclusione sociale".
L'ambizioso obiettivo dei ministri dell'Unione Europea è quello di ridurre a meno del 15% la percentuale di studenti con problemi nella capacità di lettura, entro il 2020.

Che dire...speriamo che ce la facciano!

Maria Montessori, pedagogista, medico, e scienziata

Maria Montessori è stata una pedagogista, un medico, una scienziata, una filosofa ed una volontaria italiana.
E' nata a Chiaravalle il 31 agosto 1870.

Fin dai primi anni di studio mostra grande  interesse per le materie scientifiche,una circostanza che le causerà contrasti con i genitori, i quali avrebbero voluto avviarla alla carriera di insegnante (una carriera considerata molto più consona alle donne dell'epoca). In una intervista della stessa Montessori a New York apparsa sul "Globe" dichiara addirittura di aver dovuto chiedere l'intervento di Papa Leone XIII per il suo ingresso alla facoltà in quanto fortemente ostacolata dal ministro Baccelli. 
Si iscrive alla Facoltà di Medicina dell'Università "La Sapienza", una  scelta che la porterà a diventare una delle prime donne a laurearsi in medicina d nel 1896 dopo l'unità d'Italia. E' stata una donna molto forte e determinata nel seguire le sue passioni.
A lei si deve famoso metodo "Montessori" alla base della pedagogia e dell'insegnamento.
Il metodo parte dallo studio dei bambini con problemi psichici, espandendosi allo studio dell'educazione per tutti i bambini. . Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali, che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé, rendendole inattive.
Il principio fondamentale deve essere la libertà dell'allievo, poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già insita nella sua natura. E' dalla libertà che deve emergere la disciplina. Un individuo disciplinato sarà capace di gestirsi da solo quando sarà necessario nel seguire delle regole di vita.

"Ecco dunque un principio essenziale: insegnare i dettagli significa portare confusione. Stabilire la relazione tra le cose, significa portare la conoscenza."

Fonte: Maria Montessori- Wikipedia
Per saperne di più: Opera nazionale Montessori

venerdì 4 febbraio 2011

L'avventurosa vita di Mary Wollstonecraft

Pensando alle figure femminili più coraggiose, che, hanno fatto la differenza, ho cercato nella mia mente i nomi di grandi Donne, che, purtroppo, non sono note alla maggior parte delle persone , volendo dare spazio non solo ai ritratti più famosi, ma anche alle protagoniste che, nella storia, sono passate un po' in "sordina". Chiedendo un po' in giro, mi hanno consigliato di parlare di questa scrittrice e filosofa inglese, molto impegnata sul versante dei diritti femminili :  Mary Wollstonecraft. La quale tra l'altro è la madre, niente popò di meno che, di Mary Shelley, l'autrice di Frankenstein!


Mary Wollstonecraft è stata una filosofa e scrittrice britannica. Ebbe un'adolescenza difficile. La sua famiglia era molto povera e segnata dall'alcolismo del padre.
Si rese indipendente con il proprio lavoro e un'istruzione formata attraverso i suoi studi personali. Visse grandi e significative amicizie ed ebbe relazioni burrascose fino al matrimonio con il filosofo William Godwin, precursore dell'anarchismo, dal quale ebbe la figlia Mary, che diventerà la nota scrittrice e moglie del poeta Percy Bysshe. Shelley

Mary Wollstonecraft è conosciuta soprattutto per il suo libro "A Vindication of the Rights of Woman", nel quale sostenne, contro la prevalente opinione del tempo, che le donne non sono inferiori per natura agli uomini, specificando che tutte le donne sono essenziali per la nazione nella quale vivono, dal momento che educano i loro figli e sono - o potrebbero essere - le «compagne» dei loro mariti e non semplicemente delle spose.  E' la diversa educazione a loro riservata a porre le donne in una condizione di inferiorità e di subordinazione. Le donne non sono degli "ornamenti", oggetto di scambio e di mercato nel matrimonio, ma sono titolari degli stessi diritti dati dell'uomo.
E' significativa la polemica con Rousseau, che nell'Emile, affermava che la donna dev'essere educata per il piacere dell'uomo.
Mary Wollstonecraft è , inoltre, l'autrice di due romanzi: "Mary: A Fiction" (1788) e Maria: or, The Wrongs of Woman, quest'ultimo incompiuto e pubblicato postumo nel 1798. I testi  criticano il matrimonio, considerato un'istituzione patriarcale che ha effetti negativi sulle donne.

La grande pensatrice morì nel 1797, 10 giorni dopo aver dato alla luce la figlia Mary.
E' a grandi personaggi femminili come lei, che noi donne dobbiamo la parità di diritti, di cui godiamo oggi e che forse, a volte, diamo per scontato. Ovviamente...c'è ancora tanto da fare!

Mary Wollstonecraft-Wikipedia 

giovedì 3 febbraio 2011

Hanna Arendt

Ricordo che al liceo, in un impeto di femminismo, dopo aver sudato sulle pagine di Kant, Hegel e Nietzche (più che sudato, abbiamo sputato sangue, veleno e bile su quelle pagine! Chi li ha studiati sa certamente a cosa mi riferisco!), noi giovani e rampanti studenti abbiamo chiesto al nostro prof. se esistessero delle filosofe. Il prof. citò il nome di una grande pensatrice del '900 : "Hanna Arendt".

Hanna Arendt, originaria di una famiglia ebraica, è stata una pensatrice e storica tedesca, naturalizzata statunitense, che ha sempre rifiutato di essere chiamata "filosofa".
E'cresciuta a Königsberg (città natale del suo ammirato precursore Immanuel Kant). Studiò filosofia all'Università di Marburgo, suo insegnante e amante fu Heiddeger, di cui scoprì solo più tardi le simpatie naziste. La Arendt si trasferì a Hedelberg dove si laureò con una tesi sul concetto di amore in Sant'Agostino, sotto la tutela del filosofo (ex psicologo) Karl Jaspers. Praticamente i suoi insegnanti furono i grandi protagonisti della filosofia del '900!

Durante la seconda guerra mondiale, ad Hanna Arendt fu proibito di insegnare, a causa delle sue origini ebraiche. Decise, così, di lasciare la Germania per rifugiarsi a Parigi, dove aiutò gli ebrei esiliati, ma ben presto a causa delle leggi antisemitiche fu costretta a fuggire negli Stati Uniti.
 Dopo i duri anni della guerra, si riconciliò con il suo grande amore, Heiddeger e testimoniò in suo favore durante un processo in cui lo si accusava di aver favorito il regime nazista.
Hanna Arendt, grande Donna e grande intellettuale, scomparve nel 1975.




Una delle sue opere più note e significative è : "La banalità del male". L'opera fu pubblicata nel 1963 e raccoglie i resoconti che l'autrice pubblicò come corrispondente del New Yorker per il processo di Adolf Eichmann, gerarca nazista, catturato, processato a Gerusalemme e condannato a morte.


Hanna Arendt aveva percepito, dai dibattiti in aula, che il male non è originato da un animo maligno e cattivo, ma spesso solo da una inconsapevolezza di ciò che possono provocare le proprie azioni. 

Per rendere chiaro questo concetto, riporto alcune citazioni di Hanna Arendt che parla di Eichmann:


"Non era stupido, era semplicemente senza idee. Quella lontananza dalla realtà e quella mancanza di idee, possono essere molto più pericolose di tutti gli istinti malvagi che forse sono innati nell'uomo. Questa fu la lezione di Gerusalemme. Ma era una lezione, non una spiegazione del fenomeno, né una teoria."

"Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso."

"È anzi mia opinione che il male non possa mai essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga né una profondità, né una dimensione demoniaca. Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie. È una sfida al pensiero, come ho scritto, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s'interessa al male viene frustrato, perché non c'è nulla. Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere radicale."
Per saperne di più: Hanna Arendt - Wikipedia
La banalità del male- Wikipedia

mercoledì 2 febbraio 2011

Alice Guy, la prima donna regista

Quando pensiamo alla nascita del cinema come noi lo conosciamo, immediatamente la nostra mente si rivolge ai fratelli Lumière, che mostrarono per la prima volta, al gran Caffè del  Boulevard  des Capucines, l'apparecchio da loro brevettato: il cinematografo. Da allora nasce il cinema inteso come proiezione di una pellicola di fronte ad un pubblico pagante.

Quanta strada dal cinèmatographe dei Lumière ai nostri mega multisala dotati di ogni confort! (Forse troppi confort, se mi è concesso fare una piccola critica, spesso sembra che si vada al cinema per abbuffarsi invece di guardare un film! C'è gente che sgranocchia l'equivalente del cenone di Capodanno!)
Ritornando alla storia del cinema...anche l'avventura della cinematografia vede tra i suoi protagonisti donne capaci e intelligenti, che hanno contribuito a rendere il cinema come noi oggi lo conosciamo.
Mi riferisco ad Alice Guy, prima donna regista.

Alice Guy, anche nota come Alice Blanché, è stata la prima donna regista e produttrice cinematografica.
 Il suo primo cortometraggio "La Fée aux choux" risale probabilmente al 1896, un anno dopo l'invenzione del cinema.
Figlia di un editore e minore di quattro sorelle, a sedici anni diventa steno-dattilografa. Dopo la morte del padre, nel 1895, entra alla Gaumont come impiegata e un anno dopo dirige il suo primo film, “La fata dei cavoli”.
Dal 1905 fa da supervisore ai giovani registi. Nel 1907 sposa un operatore inglese, Herbert Blanché, con il quale si trasferisce a New York. Nel 1910 fonda la sua casa di produzione. Dal 1917 lavora per case come la Pathé e la Metro. Nel 1922 divorzia dal marito e torna in Francia con i due figli. Nel 1953 le viene consegnata la Legione d’Onore e nel 1964 torna negli Stati Uniti per morire nel New Jersey all'età di 95 anni. 


Niente male eh?
Per saperne di più: Wikipedia 
oppure questo interessante sito

martedì 1 febbraio 2011

Jane Austen- Citazioni

Vi offro alcune bellissime frasi di Jane Austen, raffinata scrittrice. Mi ha fatto emozionare con il suo "Orgoglio e Pregiudizio", mi ha coinvolto nelle schermaglie amorose dei due giovani protagonisti e soprattutto mi ha fatto innamorare del  bel tenebroso Mr Darcy.

"L'immaginazione delle donne è molto rapida: balza in un attimo dall'ammirazione all'amore, dall'amore al matrimonio."

"Mai aveva sentito così chiaramente di poterlo amare, come ora che tutto l'amore era vano."

"Una persona che sa scrivere una lunga lettera con facilità non può scrivere male."

"Così si sentiva umiliata e afflitta e piena di rimorsi, pur non sapendo precisamente neanche lei per cosa. Cominciava a desiderare la stima di lui, ora che non ci poteva più sperare: avrebbe voluto avere sue notizie, ora che non c'era più probabilità di averne. Ebbe la certezza che con lui sarebbe stata felice, ora che non era più probabile che si incontrassero."

                                          

Sant'Orsola - La principessa Ursula

La tradizione della principessa britanna Ursula ha inizio dall'inquietante ritrovamento delle ossa di 11mila donne in una chiesa di Colonia, reliquie accompagnate da un'antica e oscura iscrizione in cui un certo Clematius affermava di aver voluto costruire un edificio sacro sul luogo dove alcune vergini erano state uccise per la loro fede. L'iscrizione riporta alcuni nomi: Orsola, Pinnosa, Cordula...
Riguardo a Sant'Orsola (nome originale Ursula = piccola orsa) esistono, così, alcuni racconti e leggende, legate a questo ritrovamento..

Una "Passio" del X secolo racconta di una princpessa, Orsola, figlia di un sovrano bretone che si era segretamente consacrata a Dio ma che fu chiesta in sposa dal principe pagano Ereo. Il rifiuto da parte della fanciulla sarebbe stato causa di una guerra, così, consigliata da un angelo, durante una visione, chiese di poter rinviare la decisione di tre anni, per comprendere la volontà del Signore e nella speranza che il promesso sposo si convertisse al cristianesimo. Allo scadere del terzo anno, consigliata nuovamente da un angelo, Orsola prese il mare con undicimila compagne. Attraversò il tratto fra l'Inghilterra ed il continente e affrontò un pericoloso viaggio per raggiungere Roma, città,  dove Orsola e le sue compagne furono accolte da papa Ciriaco, un personaggio di cui non si hanno notizie storiche. Successivamente, di ritorno in patria per la stessa via, transitò per Colonia, che nel frattempo era stata conquistata da Attila: qui le undicimila vergini, furono subito travolte e uccise dalla furia dei barbari. Il famigerato re unno, invaghito dalla sua bellezza, risparmiò Orsola, che chiese in sposa, promettendole salva la vita. Al suo rifiuto la fece però uccidere a colpi di freccia, e con lei, secondo una tarda versione, fu ucciso pure papa Ciriaco, che l'aveva seguita nel suo viaggio.

A proposito di questa straordinaria Donna, sto leggendo un bellissimo libro: "L'esercito delle fanciulle" di Philip Griffin. 
La protagonista, la principessa Ursula appunto, e le sue compagne (tra cui Pinnosa e Cordula) organizzano un esercito in difesa della Britannia, in attesa che gli uomini tornino dalla loro spedizione in Continente contro i barbari. Le ufficiali della Prima Athena (questo il nome dell'esercito femminile) dopo aver difeso egregiamente i confini della Britannia dalle bande di razziatori, decidono di unirsi all'esercito degli uomini nel Continente. Inizia così il viaggio delle undicimila donne, armate e capaci guerriere che affrontano mille pericoli per congiungersi ai loro uomini. La loro avventura le porterà a scontrarsi con i terribili Unni...
E' un libro davvero interessante, che rivisita le leggende e la tradizione di Sant'Orsola, immaginandola una prode guerriera accompagnata da valide amiche e guidata dalla Fede.


In realtà, la critica più recente avrebbe svelato il mistero di Sant'Orsola.
Orsola sarebbe una bambina di undici anni, cioè, in latino, undecimilia. Quell'indicazione di età, venne letta come undecimilia, cioè undicimila. Da qui, la storia delle undicimila compagne e della Principessa d'Inghilterra, che le avrebbe condotte al suo seguito. Nonostante la leggenda commovente e fantastica, nata intorno ad una sconosciuta bambina di Colonia, che ha influenzato l'arte e la letteratura, venga "ridimensionata" dalla critica più attuale, i racconti sulla valorosa principessa non perdono il loro messaggio esemplare di fede e di coraggio.